Come penso faccia la maggior parte delle persone, anche io mi chiedo, almeno una volta al mese, se non sto investendo in un mercato sopravvalutato.
Investire in un mercato sopravvalutato significherebbe compromettere i rendimenti futuri e sinceramente non sono disposto a sacrificarli in questo modo. D’altra parte, come posso determinare se i mercati sono sopravvalutati?
Esistono diverse metriche, come ad esempio il PE (Price to Earnings Ratio), che ci danno un’idea generale di cosa sta succedendo sui mercati, ma alla fine dei conti nessuna di queste è un indicatore certo del futuro.
Non esiste e non esisterà mai uno strumento, una metrica, una formula che ci permetta di sapere cosa farà il mercato nei prossimi anni, e questo dovrebbe essere ovvio. Se tutti noi avessimo accesso a questa informazione, ci muoveremmo sui mercati per cercare di trarre un vantaggio e, quindi, ottenere un rendimento superiore.
Ma cosa succederebbe se tutti si muovessero nella stessa direzione? Molto semplice: perderemmo il vantaggio dell’informazione stessa, perché il prezzo incorporerebbe già la stessa informazione.
Quindi mettiamoci l’anima in pace: prevedere il futuro non è cosa per noi, e non potremmo mai sapere se i prezzi attuali sono sottovalutati, giusti o troppo alti.
Possiamo però esaminare le informazioni storiche per farci un’idea di cosa ci potremmo aspettare, anche se queste ultime non garantiscono che ciò che è già accaduto si ripeterà.
Nei mercati finanziari esistono sostanzialmente due “stagioni”:
- I mercati Toro, anche detti Bull Market, che sono stagioni di mercato caratterizzate da crescita.
- I mercati Orso, anche detti Bear Market, che sono stagioni di mercato caratterizzate da decrescita e contrazione.
Ora, la storia ci insegna che i mercati finanziari sono ottimisti la maggior parte del tempo, e solo raramente sono pessimisti. Il grafico qui sotto dovrebbe darci un’idea.

Secondo uno studio di Hartford Funds, il 78% dei giorni migliori del mercato azionario si verifica durante un mercato ribassista (bear market) o nei primi due mesi di un mercato rialzista (bull market). Se ti fossi perso i 10 giorni migliori del mercato negli ultimi 30 anni, i tuoi rendimenti si sarebbero dimezzati. E perdendo i 30 giorni migliori, i tuoi rendimenti si sarebbero ridotti di uno sbalorditivo 83%.
Inoltre, bisogna dire che a livello percettivo è facile guardare un grafico come questo e sapere esattamente quali sono i suoi massimi. Molto più difficile è invece guardare oltre i dati passati, perché banalmente non esiste nessun grafico che ci mostri, nei prossimi anni, se ci troveremo in un bull market o in un bear market.
La vera differenza non la fa cercare di indovinare i tempi del mercato, ma piuttosto la permanenza nel mercato stesso.
L’esposizione prolungata al mercato, e per “prolungata” intendo almeno più di 15 anni, è la chiave del successo.
Voglio portare un ulteriore esempio, sperando che possa essere ancora più chiaro quanto, con l’aiuto del tempo, i prezzi del mercato diventino irrilevanti.
Ho ipotizzato di avere 10.000 euro investiti nel mercato azionario mondiale utilizzando VWCE, esattamente prima del crollo del mercato nel 2008. Inoltre, da quel momento, ogni mese ho ipotizzato di investire 200 euro sempre nello stesso strumento.


Il risultato è sorprendentemente positivo, contro ogni pronostico.
Aver investito subito prima di un crollo del mercato, quindi ai massimi, avrebbe portato, 16 anni dopo, a un rendimento composto annuo del 6,49%, trasformando così un totale investito di 50.200 euro in 142.509 euro.
Sfido chiunque di voi a dire che non avreste voluto, alla luce di questi dati, investire ai massimi prima del crollo del 2008.
Per i più appassionati di dati, voglio condividere anche un grafico che mostra i rendimenti annuali fino al 2023.

Non credo che, dopo aver letto questo articolo, sarete meno preoccupati di investire sui massimi, come d’altronde lo sono io, ma credo che sicuramente sarete più consapevoli della necessità di mantenere la rotta ben salda anche in questi momenti.

Il viaggio dell’investitore è molto lungo e noioso, un po’ come guardare crescere l’erba nel prato. (cit.)
Quanto citato in questo articolo non costituisce un consiglio finanziario. Vi invito a fare le vostre ricerche e a documentarvi prima di prendere qualsiasi decisione.

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